Tutte le ricerche evidenziano come l’attività fisica sia una medicina per molte patologie, diventando parte integrante di una terapia per la guarigione o quantomeno per il miglioramento.
L’attività fisica consigliata a persone di età avanzata, spesso sedentarie, ha come obbiettivi principali la riduzione della massa grassa, il mantenimento o l’aumento della massa magra e l’incremento della sensibilità insulinica. Lo sport diventa quindi prevenzione e trattamento dell’iperglicemia.
I più indicati per le due tipologie di diabete sono di tipo aerobico, che permettano di allenare il cuore e non ad affaticarlo, come il nuoto, la marcia, la ginnastica, il podismo, il ciclismo, lo sci di fondo, la canoa e la danza. Ogni attività fisica viene rapportata al livello del soggetto che la intraprende, se non allenati anche una camminata può ritenersi sufficiente con il giusto raggiungimento del livello aerobico.
Le attività assolutamente sconsigliate sono, invece, gli sport da combattimento, il sollevamento pesi, le immersioni, gli sport anaerobici puri, sport aerobici di lunga durata a livello agonistico, e tutte quelle attività in cui l’ipoglicemia può mettere a rischio la vita del soggetto. Naturalmente ci sono noti atleti italiani che seppure diabetici primeggiano in tali discipline, soggetti sotto stretta sorveglianza medica. Quindi se non sorvegliati evitate di cimentarvici.
Il tempo ideale delle sedute è tra 30 e 60 minuti anche se soggetti particolarmente allenati possono aumentare la durata, ma sempre tenendo sotto controllo la glicemia dopo un’ora dall’inizio dell’attività per valutare la possibilità di assumere o meno carboidrati. La frequenza ideale è 3 o 4 volte a settimana, che sarebbe più indicato portare a 5 nel caso di diabete di tipo 2 se si deve controllare il peso corporeo, ma in questa ipotesi riducendo anche a 20 o 30 minuti al giorno l’attività.